MAGDI CRISTIANO ALLAM HA DIFFUSO UN DOCUMENTO SUI SITI FACEBOOK IN CUI AFFERMA CHE ANCORA BIDEN NON E’ UFFICIALMENTE IL PRESIDENTE DEGLI USA


A conferma di cio’ sostiene che Russia e Cina, ma anche Brasile e altri grandi Paesi del mondo non si sono congratulati nè espressi sul vincitore, anche perchè sono in atto ricorsi legali che devono appurare la veridicità delle denunce pubbliche di Trump e devono fare il loro corso.

 

Ecco, di seguito, il documento redatto e diffuso su Facebook da Magdi Cristiano Allam, notissimo editorialista del “Corriere della Sera”.
A sei giorni dall’annuncio della sua vittoria, Cina e Russia non hanno riconosciuto Biden come nuovo Presidente degli Stati Uniti. Attendono l’esito delle vertenze legali promosse da Trump, dimostrando una responsabilità politica che non ha avuto l’Unione Europea
Cari amici, il fatto che le due maggiori potenze mondiali, la Cina e la Russia, che affiancano gli Stati Uniti nella gestione sostanzialmente tripolare del nostro Mondo, non abbiano riconosciuto la vittoria del candidato democratico alla Presidenza americana Joe Biden a sei giorni dalla sua proclamazione pubblica, ci impone una riflessione sull’esito delle elezioni, sulla correttezza del comportamento del Presidente Donald Trump, sulla fondatezza delle denunce non solo di irregolarità nel conteggio dei voti ma di una frode sistemica manipolando il risultato avvalendosi di un algoritmo, del software «Dominon», di oltre 400 mila schede cartacee false.
Le elezioni ci sono state il 3 novembre. Il 7 novembre Biden ha annunciato pubblicamente alla stampa la sua vittoria. Ma il Presidente Trump ha subito contestato il risultato, sostenendo che il vincitore è lui, ha promosso delle azioni legali e chiesto l’intervento della Corte Suprema, ha denunciato brogli elettorali e ha chiesto il riconteggio delle schede.
Ebbene in uno scenario che disonora la democrazia americana, Biden ha iniziato a operare come se lui fosse ufficialmente il Presidente mentre i mezzi di comunicazione di massa hanno oltraggiato Trump arrivando al punto di toglierli la parola mentre parlava in diretta. In parallelo, in uno scenario che viola i principi fondanti del diritto internazionale, l’Unione Europea e i suoi Stati si sono affrettati a fare le congratulazioni a Biden, esercitando una indebita interferenza negli affari interni degli Stati Uniti, manifestando una scelta politica in una vertenza legale irrisolta affidata alla giustizia, trascurando il fatto che a promuovere la vertenza legale e costituzionale è il Presidente in carica.
Radicalmente diverso è stato il comportamento della Cina e della Russia, a prescindere dal fatto che Trump è stato tutt’altro che conciliante con le due grandi potenze. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha chiarito che solo dopo che saranno risolte le controversie legali sul voto, la Cina agirà «in conformità con le pratiche internazionali». Anche il Portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto: «Crediamo sia corretto attendere i risultati ufficiali delle elezioni». Anche il Presidente messicano Andres Lopez Obrador, pur non avendo avuto un rapporto facile con Trump, non ha voluto congratularsi con Biden e ha detto: “Aspetteremo fino a quando tutte le questioni legali saranno risolte. Non vogliamo essere sconsiderati”. Lo stesso ha fatto il Presidente brasiliano Jair Bolsonaro.
Questa prudenza è oltretutto giustificata dal fatto che il sistema elettorale degli Stati Uniti contempla che l’elezione ufficiale e formale del Presidente avverrà solo il 14 dicembre con il voto espresso dai 538 «Grandi elettori» che formano il “Collegio elettorale” per cui i cittadini hanno votato lo scorso 3 novembre.
Sul piano degli accertamenti legali, dopo che martedì il Procuratore Generale degli Stati Uniti William Pelham “Bill” Barr ha ordinato di avviare un’indagine sulle irregolarità nel voto sostenute da Trump, oggi il Segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, ha annunciato che si svolgerà il riconteggio manuale delle schede per le elezioni presidenziali, come è stato chiesto dai legali di Trump. Al momento Joe Biden è in testa con appena 14 mila voti. «Con un margine così stretto, sarà necessario un completo riconteggio a mano in ogni Contea», ha detto Brad Raffensperger, sottolineando di aver preso questa decisione considerata «l’importanza nazionale» dei 16 voti elettorali della Georgia.
La Corte Suprema della Pennsylvania, Stato che vale 20 «Grandi elettori», ha ordinato il conteggio separato delle schede arrivate per posta dopo il 3 novembre, bocciando la decisione dei tribunali locali che avevano autorizzato l’accettazione delle schede postali fino al 6 novembre, in flagrante violazione con la Costituzione federale.
L’esito del voto in Pennsylvania si rivela cruciale per Biden. Ci sono otto Stati in cui il voto non è ancora definitivo. Ebbene solo se venissero confermate le vittorie di Biden in Michigan, Winsconsin e Pennsylvania, che valgono rispettivamente 16, 10 e 20 Grandi Elettori, Biden raggiungerebbe 279 Grandi Elettori e si aggiudicherebbe la Presidenza con 9 Grandi Elettori in più dei 270 che rappresentano la metà più uno rispetto al totale di 538 Grandi Elettori. Oltre a questi tre Stati, in altri cinque Stati non è stato ancora annunciato il risultato definitivo, Florida, Georgia, Carolina del Nord, Arizona e Iowa, che valgono rispettivamente 29, 16, 15, 11 e 6 Grandi Elettori. Trump è in vantaggio in Florida, Carolina del Nord e Iowa, mentre in Arizona e in Georgia la differenza è minima.
Cari amici, la decisione delle due grandi potenze mondiali, la Cina e della Russia, in aggiunta al Messico e al Brasile, di non congratularsi con Biden a sei giorni dall’annuncio della sua vittoria, attesta un comportamento responsabile e di non interferenza politica in una vertenza legale promossa dal Presidente Trump. A dispetto dell’annuncio pubblico della vittoria di Biden, il nuovo Presidente degli Stati Uniti verrà ufficialmente eletto solo il 14 dicembre dai 538 Grandi Elettori. Entro l’8 dicembre sapremo l’esito delle vertenze legali. Questa vicenda, qualunque sarà l’esito, registra il discredito totale dei mezzi di comunicazione di massa che non rappresentano correttamente la realtà e sono strumenti di manipolazione dell’opinione pubblica, così come attesta la crisi della democrazia e la decadenza della nostra civiltà. È in questo contesto che tutti noi siamo chiamati a una mobilitazione culturale e civile per individuare e perseguire una prospettiva che salvaguardi la nostra umanità.

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